Laboratori - quando l'arte incontra il territorio

Laboratori - quando l'arte incontra il territorio

Creare le condizioni e le opportunità per favorire l’incontro tra le persone anche attraverso la reciproca conoscenza della cultura e della storia di vita di ognuno è da sempre il principale obiettivo della nostra cooperativa. Lo facciamo, lo abbiamo fatto, attraverso l’organizzazione e la realizzazione di spazi di aggregazione e lavoro nei quali l’incontro, l’interazione e l’integrazione avvengono mentre si lavora insieme a progetti e iniziative legate all’arte, all’artigianato ed alla cultura in generale. 

Il Laboratorio è quel luogo di conoscenza di sé e dell’”altro” che vede l’attività condivisa, manuale e intellettiva, quale stimolo e collante.

I nostri Laboratori vedono protagonisti i cittadini di ogni età (principalmente giovani, fuori dall’ambito scolastico) che hanno l’opportunità di conoscere nuove materie, nuove persone e allo stesso tempo la possibilità di mettere a disposizione le proprie competenze ed esperienze.

Le tematiche affrontate nell’individuazione degli obiettivi e finalità di ogni singolo percorso/iniziativa fanno sempre riferimento a spunti di natura culturale legati al territorio ed alla vita sociale, tali da avvicinare gli individui alle proprie tradizioni (intese come culture locali).

L’approccio cultural-artistico apre nuovi orizzonti e fornisce nozioni e conoscenze che facilitano e stimolano comportamenti e relazioni sempre positivi.

                

Si intende che le modalità, le tecniche e i linguaggi che adoperiamo nell’ambito dei nostri Laboratori sono varie e sempre adeguate ai partecipanti, per esempio per i più piccoli operiamo con il disegno e le immagini in genere.

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Sappiamo infatti che la consapevole scoperta dell'arte figurativa come tecnica per esprimere la realtà del mondo interno, i sentimenti, ovvero per ampliare la comunicazione al non visibile, emerge verso i 9/10 anni, quando il bambino comincia a superare l'isolamento egocentrista e a scoprire gli altri. Il passaggio dalla scuola elementare alla media viene in genere vissuto come un avanzamento verso il mondo degli adulti. Non è un periodo facile, caratterizzato com'è da stati emotivi e forti sentimenti inespressi, nel quale il bambino si pone tante domande … sul perché delle cose e della sua presenza nel mondo.

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 Sia la sfera intellettiva che quella emotiva maturano e si riorganizzano durante la crescita del bambino. I vari "errori" che il bambino compie nelle sue rappresentazioni grafiche testimoniano, appunto, di questa progressiva maturazione e riorganizzazione sul piano cognitivo ed emotivo. Un esempio possono essere le figure "ibride", l'uso irrazionale del colore, le sproporzioni, la trasparenza ….

Non si tratta di errori in senso assoluto, ma di preziosi indizi per la crescita cognitiva e affettiva del bambino: “errori”, quindi, normali a certe età, insoliti o addirittura patologici se presenti in fasi più avanzate dello sviluppo.

Si tratta, in ogni caso, di errori che tutti i bambini, universalmente, compiono.

 Un pedagogista molto attento al disegno infantile, Mario Lodi, citava un aneddoto in "L'arte del bambino":

«La mia prima maestra ci diceva che il più grande pittore del mondo, secondo lei, era stato Giotto; ma Giotto bambino, pensavo, nei suoi scarabocchi, già rispettava i canoni dell'arte pittorica del suo tempo, o faceva anche lui gli - errori - che fanno tutti i bambini del mondo?».

 Con il progredire dell'età la qualità "artistica" del disegno tende ad evolvere e a differenziarsi.

 Sempre Lodi ci dice che, a partire da 11/12 anni, circa, si possono distinguere tre tipologie di disegnatori:

 • realisti: hanno una mentalità più visiva, nei lori disegni curano le proporzioni, i particolari, la prospettiva,le luci, le ombre, le variazioni dei toni di colore. Essi descrivono la scena come spettatori attenti, pignoli e distaccati, senza farsi coinvolgere dall'emozione;

• espressionisti: stabiliscono un rapporto emotivo con il soggetto del disegno ed esprimono sentimenti e reazioni esasperando elementi della composizione e usando il colore in funzione espressiva;

• astrattisti: tentano di esprimere i loro sentimenti e l'interiorità con composizioni di linee e colori senza alcun richiamo alla realtà visibile.

Di fatto, come fa notare Lodi, una così netta separazione non esiste, in quanto alcuni ragazzi possono passare dall'una all'altra esperienza.

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Quando invece operiamo con ragazzi più grandi (a partire dai 14 anni) consideriamo importante realizzare percorsi più pratici e, spesso, finalizzati alla conoscenza e, quindi alla appropriazione, del territorio cui appartengono. Dunque non più solo la consapevolezza del sé ma anche del contesto e dell’altro da sé. I ragazzi, e gli adulti che in questi percorsi vengono coinvolti, sono protagonisti dei percorsi in quanto praticamente progettisti degli interventi; agli operatori ed ai professionisti conduttori dei Laboratori spetta la narrazione del territorio, il racconto e la presentazione dei luoghi della storia e delle tradizioni; ma anche degli aspetti sociali e antropologici del loro territorio.

Il disegno entra in questi Laboratori come fase progettuale e di studio sul come e con quale messaggio si intende partecipare alla vita cittadina.

Entra in questa fase l’altro campo d’azione de L’isola di Arturo ONLUS, la partecipazione attiva e propositiva dei giovani (e non solo) alle scelte che li interessano; la ricerca di spazi e luoghi dove poter ottenere l’attenzione e l’ascolto da parte di chi le scelte è tenuto ed obbligato a farle per il funzionamento della città e della Cosa Pubblica.

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L’arte è il linguaggio forse più diretto col quale manifestare le proprie idee. Allora si fanno proposte sulla riqualificazione dei propri spazi, la scuola, le strade, le piazze, la biblioteca…

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attraverso la realizzazione di pannelli artistici, modelli e plastici, ma anche racconti fotografici e grafici, con l’organizzazione di piccole manifestazioni ed eventi. Tutto ideato, progettato e realizzato in ambito dei Laboratori dove ognuno può dire il proprio pensiero e spiegare la propria idea, esprimere la propria creatività, mettere a disposizione la propria esperienza.

Dunque il Laboratorio è, vuol essere, il luogo della scoperta, dell’arte, della conoscenza, dell’incontro e della partecipazione sociale. Fucina per nuovi e vecchi cittadini che vogliono far parte della comunità appropriandosi del loro ambiente e proponendo idee e soluzioni per il miglioramento dello stesso.

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Ci piace rimandare in questo senso all’articolo di Domenico che interviene sull’argomento (L’Ambientalismo è un Umanismo).

Nel Laboratorio si progetta, attraverso il confronto e la collaborazione, il messaggio da comunicare all’esterno (ai cittadini, all’amministrazione, alla scuola) individuando volta per volta le collaborazioni, gli esperti che possano insegnare e/o intervenire in prima persona, con la modalità e la tecnica più efficaci. Lì dove le nozioni e le capacità acquisite lo permettono saranno i partecipanti al Laboratorio a realizzare l’opera progettata; dove occorre lo si farà insieme all’artista/professionista che accompagnerà e tradurrà quanto emerso nel corso dei Laboratori.

Con favore accogliamo l’interessante articolo della amica Veronica (Street Art: psicologia sociale e rivoluzione dell’arte) che ci indica come oggi la street art sia la modalità che maggiormente impatta sulle persone toccando tematiche sociali anche rilevanti rappresentando quanto finora detto riguardo al nostro concetto di Laboratorio Sociale Urbano.

L’isola di Arturo ONLUS si attiverà per organizzare/promuovere/realizzare i propri obiettivi e le proprie finalità anche attraverso il coinvolgimento di street-artists nei propri percorsi Laboratoriali.

 

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